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Identità professionale

 

Definizione  e breve storia del Consulente Familiare.

Il Consulente della Coppia e della Famiglia è il professionista socio educativo, si può dire  “professionista delle relazioni umane”, che, “ con metodologie specifiche , aiuta i singoli, la coppia o il nucleo familiare a mobilitare, nelle loro dinamiche relazionali , le risorse interne ed esterne per affrontare le situazioni difficili” nel rispetto delle convinzioni etiche dell’utente.

Secondo la definizione indicata dall’A.I.C.C.eF., l’Associazione professionale che ne tutela la professione, e presente nel suo Statuto, Il Consulente della coppia e della famiglia, più semplicemente chiamato Consulente  familiare®, nell’esercizio delle sue funzioni:

a) Attua percorsi centrati su atteggiamenti e tecniche di accoglienza, ascolto e auto ascolto che valorizzino la persona nella totalità delle sue componenti.

b) Si avvale di metodologie specifiche che agevolano i singoli, la coppia e il nucleo familiare nelle dinamiche relazionali a mobilitare le risorse interne ed esterne per le soluzioni possibili.

c) Si integra, ove occorra, con altri specialisti.

d) Agisce nel rispetto delle convinzioni etiche delle persone e favorisce in esse la maturazione che le renda capaci di scelte autonome e responsabili.

e) E’ tenuto al segreto professionale.

Il Consulente Familiare muove i suoi primi passi in Italia negli anni ‘40 del secolo scorso, voluto fortemente da don Paolo Liggeri che, di fronte all’enorme esigenza di sostegno psicologico richiesto da gruppi familiari annientati dalla guerra, nel 1948 istituì il primo consultorio familiare presso l’Istituto La Casa di Milano. Liggeri è stato tra i fondatori dell’Ucipem (Unione dei Consultori Italiani Prematrimoniali e Matrimoniali) ed ha affermato la centralità del Consulente Familiare nelle equipe dei Consultori come figura indispensabile per la relazione d’aiuto  basata sull’ascolto attivo, sull’intervento non direttivo , empatico e non giudicante.

Il primo Corso di formazione per Consulenti familiari si tenne a Torino, per iniziativa del Centro “Punto Famiglia”, negli anni 1974/75, condotto dal Prof. Jean Lemaire, fondatore dell’Association Francaise Centres Consultation Coniugale e suoi collaboratori, e dal Centro di psicoterapia e psicopedagogia di Torino.  Nel 1976 fu fondata, a Roma, la “Scuola Italiana Consulenti Familiari “ (Sicof), che da subito ebbe una grande diffusione con decine e decine di corsi in oltre 40 città. Insieme ad essa, e successivamente, sono nate altre scuole di formazione a Milano, Napoli, Bologna e Taranto.  Solo la Scuola SICOF ha formato finora circa 7.000 Consulenti Familiari ed Operatori consultoriali. Per completare la panoramica aggiungo che nel 1977 nasce l’A.I.C.C.eF. per volere di Giovanna Bartholini , consulente familiare formatasi con Lemaire e Rogers, per tutelare la professione del Consulente Coniugale e Familiare.

Come si diventa Consulenti Familiari.

L’aspirante consulente familiare deve seguire un corso triennale di formazione specifica, con esami intermedi e compilazione di una tesi da discutere nell’esame finale . Dopo l'acquisizione del Diploma di Consulente della coppia e della famiglia (una qualifica professionale)  inizia il tirocinio professionale di 12 mesi e di 100 ore. Si intende per tirocinio l’esercizio post diploma di un servizio di consulenza al singolo, alla coppia e al nucleo familiare, in conformità alle norme previste dal Regolamento dell’A.I.C.C.eF. Il servizio di consulenza può essere esercitato presso lo studio privato di un Socio effettivo o all’interno di un Consultorio o analoga struttura e deve essere supervisionato.

Ai fini della validità del tirocinio deve essere documentata la casistica e l’attività consulenziale svolta, con un minimo di 100 ore e di 2 casi di consulenza familiare trattati in completa autonomia.

Dopo il tirocinio si può fare domanda per essere iscritto all’A.I.C.C.eF. come Socio effettivo ed iscritto nell'ELENCO ufficiale  dei Consulenti Familiari, ma è necessario sostenere un esame di idoneità all’esercizio della consulenza familiare.

Il C.F. ha una preparazione teorica di base nelle varie discipline socio-educative, pedagogiche, psicologiche, sessuologiche, sanitarie, sociologiche, giuridiche e nelle altre scienze umane, relativamente agli aspetti del disagio del singolo, della coppia e del nucleo familiare (e finalizzata anche a riconoscere le patologie di cui non è competente).

Applica la consulenza familiare, che si qualifica come una relazione d'aiuto (non psicoterapia) che tende a fare della persona la protagonista del superamento della sua difficoltà, instaurando un rapporto di fiducia e di collaborazione, affinché l'utente con le sue stesse risorse, superi il momento di disagio.

La formazione prevede apprendimento delle dinamiche di gruppo e partecipazione a gruppi di discussione e l’apprendimento delle tecniche di progettazione, documentazione e promozione del proprio lavoro.E’ tenuto alla supervisione individuale o supervisione di gruppo, che consente  di scoprire la validità delle proprie motivazioni e di maturare la propria personalità ai fini della consulenza; L’allievo è sottoposto a esercitazioni pratiche, che consentono la verifica, a livello professionale, di quanto ha appreso e maturato.

 

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